Il tempo di guardarlo un istante di spalle. Poi è corso via con l’allegria leggera di chi ha tanto futuro davanti. Aveva lasciato vicino al muretto la sua opera. Esposta davanti al mare. Uno strano incrocio tra un obelisco e una piramide, meraviglioso. Mai visto niente di simile prima. Mi aveva lasciata col fiato sospeso. Avevo contato le pietre, perdendo il filo varie volte, non arrivavano a trenta. Si reggevano in equilibrio perfetto. Mi ero distratta per il bagliore che rinviavano in quanto colpite dal sole. Nei palazzi importanti, nelle case modeste, al bordo del mare, la pietra di Malta è oro che luccica ed è a portata di tutti. L’equilibrio, dicevo. Un tipo di oro anche questo, già, che il bambino aveva addomesticato con sapienza. E si vedeva che non aveva avuto paura alcuna di montare pezzo su pezzo il suo capolavoro. Doveva essersi divertito, basta. E allora mi sono detta… Erigi la tua opera. Senza paura. Pietra su pietra, allegramente, guidata dal piacere tattile di maneggiare qualcosa di caldo e prezioso. E poi lasciala vicino al mare. Scappa via. Non lasciarti intrappolare come Narciso fece. Dall’immagine. No. Vai a cercare l’amore per le strade. Segui quel bambino che hai perso di vista e che correva. Felice. Coi riccioli al vento.
Meraviglioso…da togliere il fiato…delicato come un battito d’ali…
Grazie Greta!
Non ti ho riconosciuto… Cioè non so se ci conosciamo già…
In ogni caso, grazie per le tue splendide parole.
Valeria