Già, la rotondità solida e generosa di una statua di Picasso… Questo pensiero mi sussurro non appena the sleeping lady scivola sotto i miei occhi tra le luci misteriose del museo. Più fascinosa e rassicurante che mai. Ma non è una creatura del genio spagnolo, no. La magnifica statuetta, conferma tanto di iscrizione ufficiale, appartiene alla preistoria. Alla preistoria?! Rimbalza sotto il mio sguardo dopo migliaia di anni ma ha la modernità della mia epoca. Sento che parla anche se dorme. Parla, hmm… alle donne del mio tempo. Parla a me. Mi bisbiglia di trovare riposo. Già. Riposo? Certo non nel sonno eterno che pure rappresenti, vero? le chiedo dapprima con arroganza. No, no, pare come persuadermi a trovare riposo all’ombra del giorno, alla luce lunare, in quel rovescio della medaglia che esiste e che pure la modernità scansa… Anche Montaigne parlava spesso della morte, ma al modo degli Antichi, per stringere tra le mani il vigore della vita. Per ritrovare gli opposti, senza sedersi nella mezza misura. Sì, donna, oggi. Di quale quiete viva avrei bisogno, allora, sleeping lady? le domando col cuore in gola. La quiete dell’amore, mi risponde lei nel corridoio straniero del museo. Di colpo sgrano gli occhi e vedo. Vedo quella rotondità placida e accogliente, la sapienza di vivere e a tratti morire lasciando scorrere sul bagnato la ruota delle emozioni. Il mondo dei sogni, del non cosciente, della madre terra, del mare liquido…
Sotto laq guida delle tue parole tutto sembra piu chiaro e gli occhi riescono a corgere anche quello che a prima vista è celato. Complimenti.
A volte si vede di più ad occhi chiusi… dormendo… come questa donna…