Un delfino, fra i tanti tra Lampedusa e Lampione. E ripenso.
Capita sempre… che a uno scrittore io voglia bene per alcune pagine che mi hanno spiato l’anima. Come se lui fosse scivolato di soppiatto dentro di me, per poter scrivere quelle pagine, dritto sino a sbattere contro i miei angoli segreti. Liberandomi con maestria, se non con insolenza già, dalla solitudine.
Così capitò con Banana Yoshimoto e il suo meraviglioso “Delfini”. La pagina? Quella di una ragazza e un ragazzo- due che si perdono nel potere dell’acquario di Tokio-potere ancestrale dell’acqua-di viscidi mammiferi che annunciano la vita, lì, come da noi le cicogne-due fanno l’amore, quella notte, con la libertà e la forza della vita primordiale-e concepiscono senza averlo deciso e senza nemmeno stare prima insieme.
Lessi… e mi vidi… riflessa nei vetri dell’acquario… Ero da sempre anch’io, senza saperlo, nell’azzurra imprevedibilità della vita. Le mie emozioni come lucidi delfini nel mare. La mia natura con qualche goccia di Giappone, e ne ebbi conferma, qualche anno dopo che andai lì…
Da allora so, di voler amare e concepire così, sulla spinta del mare, delle sue strabilianti creature. Sogno le chiare e dolci correnti del Mediterraneo mescolate chissà come alla liquida eleganza delle donne nipponiche. Voglio l’amore istintivo, quelle ragioni del cuore che la ragione non conosce e l’indipendenza di una donna, che accoglie la vita senza argini, fluttuandoci.
L’amore che si compie, senza calcolo, per corrente, non è la più sensuale delle preghiere mai sussurrate alla sera?
La tua immagine, riflessa nei vetri dell’acquario è una sequenza fantastica e ti incastona in quel mondo liquido ed ancestrale…
Spesso dietro ai vetri ci sono i nostri desideri… come quando da bambini, e non solo!, si schiacciava il naso dietro le vetrine delle pasticcerie o di altri luoghi di sapori e colori… L’importante – ho iniziato a farlo non da tanto – è varcare il vetro e buttarsi dentro, la vita, i desideri… Se lo si fa si viene ripagati più di quanto potessimo sognare.
Delfini..ricordo ancora di averli visti nel mare delle Eolie..loro bellissimi che saltavano in perfetta armonia con l’universo e allora ti chiedi, perchè l’erba che cresce, i delfini, sono così meravigliosamente spontanei mentre noi facciamo così fatica a lasciarci semplicemente andare! Voglio essere un delfino!
Sì… saltiamo pure come delfini e oscilliamo al vento come fili d’erba… leggeri, felici…