Pier Mario Fasanotti – Il corpo e il sogno. Questa giovane autrice, Valeria De Luca, che finora si è legata a editori minori, meriterebbe un salto di qualità editoriale, nel senso di maggiore esposizione mediatica. Sia tuttavia ben chiaro che chi scrive questa segnalazione è un sincero ammiratore dell’editoria di piccole dimensioni, capace di rigenerazione e invenzione oltre gli schemi dell’avvilente apparato che ha come perno la spinta su raccomandazione (vizio duro a morire, veleno per le Lettere). In ogni caso il valore intrinseco dell’autrice lo ha afferrato appieno lo scrittore e critico Filippo La Porta, che la presenta in questi giorni al Salone del Libro di Torino. E del suo nuovo romanzo – Respira, edito da Ianieri editore (Pescara), 187 pagine, 13 euro – ha scritto: «Al centro di tutto la ricerca ossessiva di un senso delle cose e di un pensiero emotivo che sappia afferrarlo. Una discesa agli inferi, eppure prevale la vita, la purezza dei bambini che salveranno il mondo, la primavera romana con le mura che «grondavano di glicini». L’autrice, abruzzese che vive e lavora a Roma dopo una duplice laurea (filosofia e giurisprudenza), riferendosi al suo romanzo afferma che si tratta di un “romanzo filosofico”. Il che potrebbe indurre a uno sbadiglio. Ma non è affatto così, anzi. Parte dal pensiero di Maurice Merleau-Ponty (oggetto della sua tesi), esponente della fenomenologia francese in risposta secca all’Illuminismo e teorico della percezione come dimensione pulsante, aperta al primordiale, innata e strutturale. Teoria che unisce il corpo-oggetto al corpo-soggetto e fa sì che ogni conoscenza sia conoscenza percettiva. Questa la premessa, appena accennata nel romanzo, come se il filosofo francese si tirasse indietro e manovrasse i fili di personaggi e situazioni. Con una straordinariamente limpida capacità di scrittura, la De Luca s’immerge in una sorta di giallo con venature psicologiche che procede dal reale ai labirinti onirici, dove le vibrazioni deliranti tuttavia si riconducono sempre a una vicenda vissuta. Respira è la storia di un giovane che con le proprie forze riesce a diventare brillantissimo docente universitario. Tiene e terrà sempre sotto il braccio l’opera fondamentale del filosofo d’oltralpe, Il visibile e l’invisibile. Un giorno incontra un regista inglese, affascinato dal suo vitalistico eloquio, il quale gli propone la svolta della vita: fare film e usare questo mezzo per diffondere le sue teorie. Immagini e trame al posto di pur elettrizzanti sermoni accademici. Il protagonista accetta di lasciare Roma per trasferirsi a Londra, comincia a succhiare tecnica ed esperienza in un corso preparatorio. Ma è in questo periodo che accade un deragliamento di vita. Avverte una scossa ad alto voltaggio grazie all’incontro con l’enigmatica Vèronique, selvaggia scalatrice sulla parete dell’esistenza. L’ex professore si avvita in una agitata “discesa” nel proprio corpo e butta alle spalle le costruzioni astratte del pensiero: «È il corpo soltanto che può condurci alle cose». Un sentiero allucinato ai confini della pazzia, ma che non si allontana mai dal binario principale: la ricerca d’un senso. Diventerà regista famoso, ma la sua vita privata, in assenza di Vèronique (che muore), fatica a ritrovare il punto di equilibrio e di gioia. Finché un bambino, suo figlio, suggellerà il suo viaggio verso la verità, la speranza e una gioia profonda e vasta.
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