RESPIRA, romanzo sulla libertà dell’abruzzese Valeria De Luca
Pescara – In occasione della presentazione del volume “Respira” (Ianieri) alla Fondazione PescarAbruzzo, a Pescara, l’autrice, Valeria De Luca, scrittrice pescarese trapiantata a Roma di felice vocazione alla letteratura e alla scrittura come palingenesi, ha parlato di sè e del suo romanzo con il Centro.
Come respira il personaggio del suo romanzo?
«Il protagonista vive in apnea – come quasi tutti noi in questo tempo. E, come tutti, non ne è cosciente. Sinché, una notte decisiva, l’apnea diverrà fatalmente più profonda e, suo malgrado, sarà spinto nei fondali del “mare”. Diciamo anche la sua interiorità, o il suo inconscio. Tornerà a galla con delle verità sconvolgenti. Come un sonnambulo si lancerà nella vita passata a riagguantare quanto perso. Solo quando l’avrà stretto tra le mani si sveglierà, e “respirerà”. È di questo che il romanzo parla: la nascita di un uomo a se stesso, come atto di consapevolezza e libertà».
Ha parlato di “romanzo filosofico”, perché?
«Romanzo filosofico in 2 sensi. Il primo, perché è un libro sulla felicità. Un libro “maieutico”, che ha l’ambizione (filosofica) di condurre il lettore alla sua felicità. Il secondo, perché la tela su cui si disegna è la cultura più che la storia. Io parlo della generazione dei 30-40enni di oggi. E scelgo una chiave di lettura del loro mondo, la filosofia. Siamo in un’epoca cruciale, una svolta da Millennio in cui è urgente ripensare il nostro essere al mondo».
Da scrittrice di lunga gestazione giunta ai riconoscimenti della critica, cosa consiglierebbe a un giovane scrittore?
«Direi due cose. La prima: non farsi spaventare, da niente e nessuno. C’è un’età dell’ingenuità, poi della lucidità (corrisponde al “diventar grandi”, o alla disillusione), poi un’età dell’osare, in senso kantiano. Osa conoscere! Osa realizzare il tuo immaginario. Rendi visibile l’invisibile. Il passo dalla seconda alla terza, dell’osare, è spesso impedito dalla paura che il mondo imprime nei giovani. Bisogna liberarsi dal giogo e dall’inganno della paura. La seconda cosa che direi: vale la pena arrivare al lettore. Per godere della fecondità di un rapporto unico».
Complimenti!!! questo libro già sta facendo strada….
Incrocio le dita, Antonella, grazie… Che il libro “pedali” poeticamente, come il protagonista in copertina!